La grande tradizione automobilistica italiana affonda le sue radici agli inizi del ‘900, epoca in cui le corse sportive iniziavano a prendere sempre più piede non solo nel nostro Paese, ma anche in tutto il resto del mondo.
In questi anni il mondo delle corse vide la nascita di numerose squadre, dette scuderie, che mettevano in pista prototipi di auto dalle performance straordinarie, il che diede vita ad una corsa a chi realizzava l’auto migliore.
Molto, comunque, era affidato anche all’abilità dei piloti, dato che la tecnologia non era così avanzata.
Uno dei piloti migliori del primo ‘900 era italiano, il suo nome era Tazio Nuvolari.
Nato a Mantova nel 1892, gareggiò su auto e moto per trent’anni, avendo disputato la prima gara nel 1920 e l’ultima nel 1950. È senza dubbio il pilota italiano più famoso del mondo e probabilmente uno dei pochi a cui sono stati dedicati un museo e delle strade, oltre ad una canzone (scritta e interpretata da Lucio Dalla).
Nuvolari nacque come pilota di moto, ma in realtà gareggiava contemporaneamente anche su automobili. Arrivò così la sua prima vittoria l’anno successivo alla Coppa di Verona, utilizzando come auto la Ansaldo 4CS di suo padre.
Oltre che per le numerose vittorie, Nuvolari è famoso anche per aver gareggiato più volte in condizioni estreme. In particolare, si ricorda una corsa in cui una ruota si staccò all’improvviso e il meccanico, a bordo con lui, svenne. Nuvolari chiese aiuto agli spettatori per riparare la vettura e ripartì. La gara si concluse con una sua vittoria a bordo di una macchina che camminava sui cerchioni, senza sedile, con una chiave inglese al posto dello sterzo e un meccanico svenuto sul sedile passeggero. In ogni caso, non era raro che Nuvolari continuasse a correre anche quando l’auto perdeva pezzi o era in fiamme.
Durante il Gran Premio di Montecarlo del 1935, un pilota perse olio in una doppia curva a S e i piloti successivi, scontrandosi tra loro a causa dell’asfalto scivoloso, disseminarono il tratto di rottami. Nuvolari, accorgendosi del pericolo, riuscì a far derapare la macchina con una traiettoria particolare che gli permise di schivare sia l’olio che i rottami con una precisione di pochi centimetri.
Vogliamo però approfondire il discorso su Nuvolari, quindi divideremo questo articolo in due parti. La prossima verrà pubblicata a breve.