Tutti conoscono oggi il simbolo della Ferrari: un cavallino rampante nero su sfondo giallo. Pochi, però, sanno che questo simbolo fu donato ad Enzo Ferrari da un aviatore italiano: Francesco Baracca.
Baracca nacque a Lugo di Romagna nel 1888. Era figlio di un proprietario di terreni ricchi. Il giovane Baracca inizialmente studiava in una scuola privata a Firenze, almeno prima di entrare nell’Accademia Militare di Modena nell’ottobre del 1907. Come antidoto alla noia in classe, divento un maestro nelle discipline equestri, diventando cavaliere con il prestigioso Reggimento Cavalleria Reale Piemontese alla sua messa in servizio nel 1910. La sua prima carica gli permise di frequentare concerti e opere liriche a Roma, oltre a seguire concorsi di caccia e equitazione; guadagnando un po’ di fama in quest’ultima disciplina. Baracca si è poi interessato all’aviazione e ha imparato a volare a Reims, in Francia, ricevendo il titolo di pilota il 9 luglio 1912. Ha poi servito con il Battaglione Aviatori e nel 1914 con la quinta e la sesta Squadriglia.
Il totale di 34 vittorie di Baracca può essere verificato in gran parte dalle notevoli sconfitte austro-ungariche e dai record militari sopravvissuti, facendo degli italiani il gruppo di aviatori più forti del conflitto. Gli italiani approfittarono della loro supremazia d’aria per volare nelle missioni di attacco terrestre in una tempesta di fuoco di piccole armi. Dopo la Prima Guerra Mondiale, la sua casa a Lugo di Romagna fu trasformata nel Museo Francesco Baracca, che mostra i ricordi, le uniformi, le medaglie della vita di Baracca, nonché i timoni e le pistole prelevati dagli aerei usati dall’aviatore. Negli anni Venti è stato presentato per la mostra una SPAD VII pilotata da Baracca nel dicembre 1917, che fu successivamente restaurata dalla GVAS (la società di salvaguardia aeronautica italiana).
Negli anni successivi, la madre di Baracca presentò a Enzo Ferrari il suo emblema dello stallone, il Cavallino Rampante. Il cavallo da prua è stato il simbolo ufficiale della squadra di corse Scuderia Ferrari dal 1929 e delle automobili Ferrari fin dall’inizio della produzione.
Nella missione di supporto militare 0630, Baracca e il pilota rinomato Tenente Franco Osnago furono colpiti da un fuoco a terra e si separarono l’uno dall’altro. Pochi minuti dopo, entrambi i campi di casa di Baracca e Osnago videro precipitare un aereo in fiamme. Secondo altre fonti, Baracca lasciò Osnago per fornirgli la copertura superiore mentre si tuffava sulle trincee nemiche. Osnago perse la vista del suo comandante, poi vide qualcosa che bruciava in una vicina valle. Alcuni giorni dopo, il 24 giugno, dopo un ritiro austro-ungherese, i resti di Baracca furono recuperati da dove si trovavano, a quattro metri dai residui bruciati del suo Spad VII. Un monumento nella sua memoria fu poi costruito sul sito. Osnago, Ferruccio Ranza, e un giornalista chiamato Garinei recuperarono il suo corpo per il grande funerale che si tenne nella sua città natale.