La Cobra era una sportiva roadster prodotta dalla AC Cars e dalla Shelby Automobiles dal 1962.
Nel corso del tempo è stata venduta sul mercato con varie denominazioni: inizialmente come Shelby A.C. Cobra, poi A.C. Cobra e infine Ford Cobra. La particolarità di quest’auto è data dal fatto che univa un motore Ford V8 e una carrozzeria inglese molto leggera; il peso totale dell’auto, infatti, era di soli 1311 kg.
Questa macchina nacque inizialmente da un’idea di Carroll Shelby, il quale voleva abbinare la manovrabilità dei telai inglesi alla potenza dei cavalli americani.
Nel 1964, per tentare di opporsi allo strapotere della Ferrari, venne montato sulla Cobra un nuovo motore di grossa cilindrata, il Ford type 427 Side Oiler da 7 litri, sviluppato originariamente per le gare NASCAR. Rispetto al precedente motore 289 che erogava 350 CV, il Side Oiler ne erogava 500. Come se non bastasse, il capo progettista della Shelby American, Phil Remington, pensò di sostituire il sistema di sospensioni a balestra con un sistema di sospensioni a doppi triangoli. Questo perché con le prime era impossibile gestire una simile potenza come quella della Cobra.
Il primo prototipo della Cobra 427 venne realizzato nel 1965; ma affinché l’auto potesse ottenere l’omologazione FIA per gareggiare, fu necessario produrre cento unità destinate all’uso su strada, dopodiché, la macchina così configurata prese parte al campionato SCCA del 1966 nella classe A.
Tra le versioni più rare vi è la 427SC, un modello stradale equipaggiato come uno da corsa, di cui ne esistono solo 31 esemplari.
Nel 1964, per tentare di vincere il campionato FIA riservato alle auto Gran Turismo, la Shelby costruì cinque esemplari di Cobra in configurazione Roadster con l’intenzione di battere le Ferrari.
Ogni auto, aveva delle minime differenze, e per distinguerle durante la gara, ognuna di esse fu dipinta con un colore differente. Nonostante le tantissime corse vinte, le Shelby non riuscirono nel loro intento di battere le Ferrari 250 GTO perché mentre le prime mancavano di continuità, le seconde ottenevano un punteggio medio costante in ogni gara.